Il nostro viaggio all’interno del porto di Barletta ci ha permesso di conoscere chi vive quotidianamente questo luogo; sono i portuali e i pescatori, gente di mare che porta chiari nel cuore e nel corpo i segni impressi dal mare, dalla salsedine, dal freddo e dal sole.
Ci hanno regalato i loro pensieri, semplici come solo le cose vere sanno essere.
Grazie di cuore.
“A noi il freddo non fa paura, il mare agitato sì. Quello ci spaventa. Per sopportare il freddo bisogna avere la pelle di coccodrillo, per il mare agitato serve molto coraggio”.
“Ci alziamo tutti i giorni con il buio alle quattro del mattino, senza sapere se usciremo in mare o no. Lo decidiamo tutti insieme sulla banchina scrutando le condizioni del mare e il cielo”.
“Se lavori nel porto, nel tempo impari a fare tutto ciò che c’è da fare stando attento e guardando sempre i più esperti di te”
“La vita del pescatore è una vita sacrificata. Un giorno sei ricco, dieci ci vai a rimettere”.
“Il pescatore è un mestiere di speranza. Se non sei un uomo di speranza, non puoi fare il pescatore”.
“Mia moglie si è abituata a stare senza di me nel letto, ma dobbiamo mangiare o dobbiamo pensare all’amore?”
“Il paradosso dei pescatori con reti da posta, è che durante il periodo delle seppie o non troviamo le seppie o non troviamo le reti”
“Il lavoro al porto? Caricare e scaricare. Poi ci sta lui che fa il lavoro migliore di tutti: scrive con lo spray i numeri sui blocchi di marmo”
“Una volta siamo stati fermi per tanti mesi, siamo andati in campagna a tagliare l’uva perché non avevamo neanche i soldi per la manutenzione delle barche, a me mi mancava il mare”
“Io abito nel porto…avvolto dai rumori delle navi e dalla polvere”.
“Il mestiere del pescatore è rimasto libero dal ogni cosa…Proprio come il mare”
“Il mare ti fa sorridere, ti mette tristezza…Il freddo ti fa soffrire, ma passa da momento all’altro.”